Il Vomero con l’Arenella forma oggi la V municipalità, la più densamente popolata della città di Napoli.
Oggi è considerata una delle zone residenziali più belle in cui acquistare la propria casa: i numerosi negozi, i vari mezzi di trasporto (metropolitana, funicolare, autobus) ed infine la movida serale sono le caratteristiche che attraggono numerosi giovani e famiglie.
Ma vogliamo ricostruire insieme ai nostri lettori la storia di questo quartiere:
infatti in epoca romana era solo una zona agricola con poche abitazioni rurali, e per molti secoli proprio per l’attività legata alla coltivazione di verdure fu soprannominata “collina dei broccoli”.
Intorno al ii secolo d.C la “via Puetolis Neapolim per colle” fu risistemata e chiamata via Antiniana, da cui deriva il nome del rione Antignano. Qui si dice che sia avvenuto il primo miracolo di San Gennaro tra il 413 e il 431.
Napoli nel 1266, con gli Angioini divenne capitale, e nacque l’esigenza soprattutto per ragioni strategiche di risalire la collina vomerese. A partire dalla costruzione del chiostro Certosino nel 1325 la zona iniziò a popolarsi. Durante il dominio degli Aragonesi e degli spagnoli Napoli subì un forte aumento demografico dovuto all’arrivo degli immigrati dalla penisola iberica e dal resto del regno.
Il vicerè Pedro Alvarez de Toledo ebbe la necessità diampliare il territorio cittadino allora solo pianeggiante anche alle pendici collinari. Con i successivi viceré continuò l’espansione edilizia e la fusione di molti borghi, diede vita ai primi agglomerati urbani collinari.
Nel 1817, il Vomero fu promosso a di residenza regale con l’acquisizione da parte di Ferdinando I di Borbone di una villa che sarebbe diventata La “Floridiana”. Gioacchino Murat nel 1809 unì tutti i villaggi del Vomero, alla vera e propria città. Infine con l’apertura Di Corso Maria Teresa (diventato poi Corso Vittorio Emanuele dopo il 1860) ad opera di Ferdinando II, si delimitò il confine inferiore del futuro quartiere Vomero.
Verso la fine dell’Ottocento con la legge “per il Risanamento di Napoli” venne progettato il nuovo rione, sul modello di un tracciato viario reticolare sull’esempio di Parigi. Il nuovo rione venne inaugurato con la posa della prima pietra nel 11 maggio del 1855, a cui segui l’apertura della funicolare di Chiaia. Fino a questa data la storia del Vomero e quella della città di Napoli, si erano evolute separatamente.
All’inizio del XX secolo iniziarono le costruzioni di tipo urbano con i “Quattro palazzi “ di Piazza Vanvitelli ad opera della Banca Tiburtina, la scarsa reattività del mercato costrinse la banca Tiburtina a cedere i suoi diritti alla Banca D’Italia che cercò di recuperare frazionando gli isolati in lotti più piccoli. Sorse negli anni venti un edilizia meno intensiva di villini a due tre piani circondati da giardini , in stile liberty. Questo tipo di abitazioni attirarono un diverso ceto sociale come professionisti, imprenditori persone comunque agiate, che con il loro stile di vita influenzarono lo stile del nuovo quartiere.
Si aprirono prestigiose scuole, teatri ,cinema ,ristoranti, caffè,la chiesa di San Gennaro il polo sportivo del Littorio negozi eleganti. Non si contavano gli artisti, era il periodo D’oro.
la nuova Funicolare centrale nel 1828 portò un significativo aumento demografico, e il centro abitato si espanse fino al rione Antignano.
Nel secondo dopoguerra, la speculazione edilizia, sostituì le sobrie ed eleganti architetture vomeresi con palazzoni in cemento armato, giardini e molti palazzi stile liberty furono distrutti , il vomero si trasformò in un quartiere medio-borghese, inglobando l’Arenella e spingendosi fino alle pendici della collina dei Camaldoli. Oggi il Vomero è un quartiere densamente popolato che conserva l’immagine di un quartiere ricco e agiato.