Soprannominata “il salotto dei milanesi” per l’ambiente sfarzoso, elegante e ricco di prestigiosi negozi, ristoranti, bar alla moda e librerie, la Galleria Vittorio Emanuele II rappresenta il passaggio pedonale d’eccellenza che collega Piazza del Duomo a Piazza della Scala.
Quando venne progettata si decise di decorare il suo pavimento con il simbolo della città di Milano attorniato da quello di altre importanti città italiane come la lupa di Roma o il giglio di Firenze; per rappresentare la città di Torino si scelse di realizzare un toro.
Non si conosce l’origine di questa credenza, ma poco tempo dopo l’apertura della Galleria si diffuse la diceria che quel toro, e in particolare i suoi grossi attributi, portasse fortuna. Di certo non l’ha portata all’architetto che ha progettato la Galleria, Giuseppe Mengoni, che morì il 30 dicembre 1877, pochi giorno prima dell’inaugurazione, precipitando dalla cupola centrale nel corso di un’ispezione.
Nell’Ottocento i milanesi cominciarono a compiere il rito scaramantico, tre giri sui testicoli del toro col tallone del piede destro, il 31 dicembre per propiziarsi la sorte per il nuovo anno. Il rituale stride con l’aria aristocratica del luogo, ma nessuno resiste al richiamo della superstizione e, poiché le dicerie nel corso degli anni sono state diverse in merito a questo rito, dalla fertilità per le donne, al garantirsi una seconda visita a Milano (come buttare una monetina nella Fontana di Trevi a Roma) ogni giorno centinaia di turisti aspettano con pazienza il proprio turno. Il comune di Milano si trova sistematicamente a dover provvedere al restauro delle parti intime del toro.
Scegliete la vostra motivazione, fatevi i vostri “giri” e Buona Fortuna!