Cosa significa avere l’ipoteca sulla casa

Cosa significa avere l’ipoteca sulla casa? Come sapere se c’è e come cancellarla? Ecco una piccola guida per non farti trovare impreparato.

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Cosa significa avere l’ipoteca sulla casa? Ecco cosa devi sapere

Hai sempre sentito parlare di ipoteca sulla casa, ma ti sei mai chiesto cosa significhi veramente? Che cosa è l’ipoteca?

L’ipoteca sulla casa è un diritto di garanzia reale che, in questo caso, è stato costituito sulla tua casa, a garanzia del cosiddetto mutuo ipotecario, tramite iscrizione nei pubblici registri immobiliari, al fine di tutelare il creditore, la tua banca, contro il pericolo dell’insolvenza.

L’ipoteca, regolamenta dagli art. 2808 e 2809 del codice civile, dà il potere al creditore ipotecario di espropriare la casa su cui è istituita, cioè il bene oggetto della garanzia, anche se questa è stata acquistata da un terzo. Inoltre, il creditore ipotecario ha anche il diritto di prelazione sul bene e sulla somma ricavata dall’espropriazione della casa, viene cioè soddisfatto prima degli altri creditori.

L’ipoteca deve essere iscritta per una somma determinata, è indivisibile e insiste tu tutti i beni vincolati e in ogni loro parte. Tieni sempre presente che per costituire un’ipoteca sulla casa occorre fare una perizia per valutare se l’ammontare del credito può essere coperto dal bene che si intende ipotecare.

Ipoteca sulla casa: legale, giudiziale e volontaria

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Esistono tre tipologie di ipoteca:

  • legale: prevista dalla legge in casi particolari (art. 2817 c.c.), per tutelare il diritto del creditore, nei casi in cui  necessita di essere tutelato da una garanzia reale forte come l’ipoteca;
  • giudiziale: decisa da una sentenza del giudice, dove ci si rivale sui beni del debitore, che viene condannato a pagare una somma di denaro, ad adempiere ad altra obbligazione o a risarcire i danni da liquidarsi successivamente. L’ipoteca giudiziale è prevista e disciplinata dagli artt. 2818, 2819 e 2820 c.c.;
  • volontaria: concessa volontariamente dal debitore a garanzia del creditore, per atto pubblico o scrittura privata a pena di nullità. Un esempio classico è di chi acquista casa e concede l’ipoteca alla banca, che a sua volta gli concede il mutuo sulla casa oggetto della compravendita. L’ipoteca volontaria è disciplinata dall’art. 2821 c.c. e seguenti del codice civile.

Nel caso in cui tu abbia dei dubbi, ecco come puoi sapere se c’è l’ipoteca sulla tua casa e di quale ipoteca si tratta, quali possono essere i modi per estinguerla e qual è procedura per la sua cancellazione.

Come sapere se c’è l’ipoteca sulla tua casa

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Prima di acquistare casa e, magari, di riqualificarla per approfittare degli incentivi fiscali di ristrutturazione 2019, devi assolutamente verificare che non gravi su di essa nessuna ipoteca.

Non è difficile sapere se c’è l’ipoteca sulla tua casa. Basta fare una visura ipotecaria, un documento rilasciato dalla banca dati degli attuali Uffici di Pubblicità Immobiliare (ex Conservatoria del Registro Immobiliare), gestita dall’Agenzia delle Entrate (ex Agenzia del Territorio) che ti permette non solo di venire a conoscenza di eventuali ipoteche, pignoramenti o di altri vincoli sulla casa, ma anche di individuare il proprietario dell’immobile (cioè colui che è titolare del diritto di proprietà e che può procedere alla alienazione del bene).

Secondo quanto disposto dall’art. 2673 c.c. chiunque può accedere agli atti pubblici tenuti dall’Agenzia delle Entrate, Servizio di Pubblicità Immobiliare, ex Conservatorie dei registri immobiliari, ed eseguire una visura. Dove puoi richiederla quindi?

  • presso gli Uffici di Pubblicità Immobiliare, dove è disponibile il modulo. Gli Uffici di Pubblicità Immobiliare sono presenti nei palazzi della provincia del rispettivo comune di appartenenza.
  • su alcuni siti web, seguendo la procedura richiesta.
  • oppure puoi lasciare che sia l’agenzia immobiliare che ti sta seguendo, a occuparsene

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Tieni anche presente che nella visura ipotecaria puoi trovare tutti gli atti relativi alla casa di tuo interesse, e cioè:

  • trascrizioni: riguardano gli atti attraverso i quali un immobile viene trasferito da un soggetto a un altro. Puoi scoprire anche chi è il proprietario di un immobile e se costui ne possiede altri;
  • iscrizioni: attraverso queste puoi verificare  la presenza di ipoteche derivanti, per esempio, da contratti di mutuo;
  • annotazioni: sono formalità che modificano precedenti trascrizioni, iscrizioni o annotazioni, come le cancellazioni di ipoteche o di pignoramenti. Le ispezioni ipotecarie possono essere effettuate secondo due modalità:
  • ricerca per soggetto, per immobile o incrociata soggetto/immobile;
  • ricerca per nota di cui già si conoscono gli estremi identificativi.

Come cancellare l’ipoteca sulla casa

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Come cancellare allora l’ipoteca sulla casa? La cancellazione dell’ipoteca vuol dire eliminare in maniera definitiva tutte le formalità che sono iscritte nei registri immobiliari.

Puoi cancellare l’ipoteca nel momento un cui estingui il tuo mutuo. La banca con cui hai acceso il mutuo rilascia una certificazione in cui dà il consenso alla cancellazione dell’ipoteca dai pubblici registri immobiliari,  che deve essere inoltrata agli uffici competenti tramite Pec, posta elettronica certificata.

La cancellazione porta all’estinzione dell’ipoteca, mentre, se estingui il mutuo, non hai automaticamente la cancellazione dell’ipoteca dai registri immobiliari.

Dopo l’estinzione un’ipoteca non ha più valore di garanzia del credito, quello per cui era stata iscritta. Questo però non vuol dire che non sia ancora iscritta nel registro immobiliare, perché magari non è ancora stata materialmente cancellata.

A questo punto, quando sei sul punto di estinguere l’ipoteca della tua casa, ti conviene accertarti che l’immobile sia stato cancellato dai registri pubblici.

Come affittare la tua casa ed essere in regola

Vuoi affittare la tua casa, ma non sai come muoverti nella giungla della burocrazia. Ecco cosa devi fare per avere un contratto d’affitto regolare.

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Come affittare la tua casa, ecco tutte le regole da rispettare 

Stai pensando da un po’ di tempo di affittare la tua casa, magari perché la tua vita ha improvvisamente preso un’altra direzione oppure semplicemente perché ti farebbe davvero comodo avere un’entrata extra. E poi non è il massimo lasciare a lungo un appartamento vuoto e inutilizzato.

Esistono diversi tipi di contratti di locazione e quindi diversi vincoli e obblighi da rispettare. Devi valutare bene quale contratto stipulare, ma, prima di tutto, verificare di avere tutti i requisiti.

Non avendolo mai fatto, non sai proprio da dove cominciare e fare in modo che il tuo contratto di affitto sia regolare. Ecco quali sono i passaggi fondamentali:

  • Per affittare la tua casa è necessario:
  • avere tutti i locali puliti;
  • avere tutti gli impianti a norma;
  • avere gli elettrodomestici funzionanti, se sono inclusi nel canone di affitto;
  • essere libera da ipoteche, pignoramenti e cartelle Equitalia.

Richiedi l’Attestato di Prestazione Energetica (APE): è un documento, redatto da un Certificatore Abilitato e indipendente, che descrive la prestazione energetica dell’edificio, necessario per un contratto di affitto. Se la tua casa ha un’ottima classe energetica il prezzo dell’affitto sale, poiché, quando è più bassa è maggiore il consumo energetico, e chi affitta la tua casa spende molto di più per il riscaldamento. È importante che tu faccia inserire una specifica clausola nel contratto di locazione soggetto a registrazione, dove il conduttore del tuo contratto dichiara di essere in possesso di tutte le informazioni e di aver ricevuto l’attestato di prestazione energetica. L’APE non va allegato se si affittano singole unità immobiliari, ma è obbligatorio compilarlo. In qualità di proprietario, e quindi locatore, devi mostrare questo attestato durante le fasi di contrattazione, per poi consegnarlo all’affittuario, il cosiddetto conduttore o locatario, quando il contratto viene registrato. Se non hai l’APE al momento della registrazione del contratto, puoi incorrere in una pesante sanzione che va dai 1.000 ai 4.000 euro, che si riduce alla metà se la durata della locazione non supera i 3 anni. Ricordati che L’APE ha sostituito il vecchio ACE, l’Attestato di Certificazione Energetica. È stato ntrodotto dal DL 63/2013 all’art. 6 di modifica il d.lgs. 192/2005 e poi rivisto dalla Legge 90/2013 (di conversione del Decreto Legislativo 63/2013), che ha recepito la Direttiva 2010/31/Ue, dettando le nuove regole sulla prestazione energetica degli edifici nuovi e di quelli oggetto di notevoli ristrutturazioni;

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  • registra, a tuo nome, il tuo contratto di affitto, se hai intenzione di affittare la tua casa per periodi superiori a un mese. Da quando è entrata in vigore la Legge di Stabilità 2016 , la registrazione del contratto di affitto deve essere effettuata esclusivamente dal proprietario dell’immobile, sempre presso l’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dalla firma e se l’affitto ha una durata maggiore di un mese. Se non rispetti la scadenza, il contratto risulta nullo. L’obbligo di registrazione vale per:
  • i contratti di affitto 4 + 4 a canone libero;
  • i contratti di affitto 3 + 2 a canone concordato, senza o con cedolare secca;
  • i contratti transitori stipulati con studenti o lavoratori in trasferta;
  • i contratti di locazione a uso foresteria.

Tieni presente che, all’atto della registrazione dovrai versare:

  • imposta di bollo: pari a 16€  per ogni 100 righe di contratto, o per 4 facciate;
  • imposta di registro: devi calcolare il 2% sul canone annuo. Quello che ottieni come risultato devi poi moltiplicarlo per il numero delle annualità del contratto di locazione. Questa imposta va divisa, in parti uguali, tra proprietario e inquilino.

Per affittare la tua casa in modo regolare, ricordati anche di comunicare la registrazione del contratto di locazione entro 60 giorni, sia al conduttore sia all’amministrazione del condominio. La comunicazione puoi inoltrarla tramite raccomandata A/R oppure tramite PEC.

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Se ometti la registrazione del contratto di affitto, rischi:

di incorrere in salatissime multe: puoi essere punito con sanzioni che vanno dal 120 al 240% dell’imposta di registrazione. Se invece registri il contratto con un importo inferiore a quello che percepisci realmente dal conduttore, rischi sanzioni fino a 7.745 euro, oltre che il pagamento dell’imposta dovuta in misura maggiorata dal 240 al 480%. L’articolo 1 comma 346 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311 – la Legge di Stabilità 2005 parla proprio dei rischi di una mancata registrazione;
accertamenti fiscali più frequenti;
di dover poi affittare la tua casa per somme irrisorie e per un lasso di tempo che va dai 6 agli 8 anni, senza poter rescindere il contratto, oppure che il giudice trasformi il tuo contratto di affitto non registrato in un contratto libero 4+4 o 3+2;
di non poterti rivalere contro l’inquilino moroso o che non libera l’appartamento alla scadenza del contratto. Non puoi fare richiesta al giudice dello sfratto esecutivo, ma puoi solo intentare una causa ordinaria, molto più lunga e costosa.

  • oppure, per affittare la tua casa, scegli la cedolare secca: una buona alternativa al regime di tassazione ordinaria, se vuoi risparmiare sui costi di registrazione. Sono diversi i vantaggi fiscali, tra cui l’esenzione dall’imposta di registro e da quella di bollo.
  • oppure scegli un contratto in regime di libero mercato: in questo caso l’imposta di bollo non è dovuta e potrai risparmiare questo costo registrando il contratto di locazione per via telematica.
  • richiedi che il pagamento dell’affitto sia fatto con strumenti rintracciabili: la Legge di stabilità 2014  ha introdotto, al comma 50, per i proprietari di immobili che avevano contratti di locazione per uso abitativo, l’obbligo di effettuare il pagamento dei canoni pagamento attraverso bonifici, carte di credito, di debito o assegni bancari, postali, assegni circolari o non trasferibili, escludendo i contanti. Rischi, altrimenti, insieme al conduttore, di perdere le  agevolazioni fiscali previste per questo contratto.

Come affittare la tua casa per brevi periodi

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Se stai pensando invece di affittare la tua casa, sempre a uso abitativo, per brevi periodiinferiori a 30 giorni, hai molta più libertà dal punto di vista normativo.

Questo tipo di locazione non deve sottostare alle norme previste dalla Legge 431/1998, quella sulle locazioni abitative. Piuttosto, la normativa di riferimento è la Legge 21 giugno 2017 n. 96 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50), che ha dettato nuove regole per le locazioni brevi.

La normativa si riferisce a persone come te, persona fisica, che non operi in qualità di impresa o di professionista del settore, o intermediario.

Se quindi vuoi affittare la tua casa per brevi periodi, è sempre bene, in ogni caso, tenere presente queste regole:

  • esigenza abitativa transitoria, che può essere anche per finalità turistiche: è questa che determina il contratto di affitto breve. Le norme di riferimento non richiedono un particolare schema contrattuale;
  • in qualità di locatore, da un punto di vista fiscale, non ha obblighi IVA. Diverso sarebbe se tu affittassi due o più appartamenti. Solo in quel caso dovresti aprire la Partita Iva;
  • come abbiamo già anticipato, per lassi di tempo così brevi non occorre registrare il contratto presso l’Agenzia delle Entrate.

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  • questo contratto può includere, oltre all’affitto, anche la fornitura di servizi funzionali all’abitazione e al breve periodo di locazione, come: la biancheria (lenzuola e asciugamani), la pulizia dei locali, la fornitura di utenze, il Wi-Fi e l’aria condizionata;
  • questo contratto non include mai la fornitura di servizi aggiuntivi come: la colazione, i pasti, la messa a disposizione di guide turistiche, di interpreti o di auto a noleggio. L’organizzazione richiesta per questa tipologia di servizi non è compatibile con questo contratto di locazione;
  • al termine della locazione, in qualità di proprietario, devi rilasciare una quietanza di pagamento alla persona a cui hai deciso di affittare la tua casa;
  • al fine di tutelarti, puoi richiedere all’affittuario una cauzione che ti copre da eventuali danni all’appartamento. Questa caparra la restituisci a fine locazione, se non ci sono problemi;
  • tassazione: quando devi fare la dichiarazione dei redditi, puoi optare per il regime di tassazione ordinario oppure per la cedolare secca.

Puoi anche valutare l’ipotesi di avviare un’attività di Bed and Breakfast, a carattere familiare o anche imprenditoriale. Anche qui è necessario avere determinati requisiti e rispettare delle regole precise.

Come affittare la tua casa senza correre rischi

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Affittare la tua casa è sempre una scommessa, perché non conosci la persona che ci vivrà dentro. È meglio non tentare troppo la fortuna e, piuttosto, affidarsi al buon senso, tenendo a mente sempre queste regole, semplici e preziose:

  • scegli bene l’inquilino: chiedigli di mostrarti le sue ultime buste paga, se è un lavoratore dipendente, oppure l’ultimo Modello Unico se è un lavoratore autonomo. Chiedigli, se questo per lui non è il primo contratto di affitto, delle referenze, in modo da poter direttamente verificare se è una persona affidabile, e capire quindi se è sempre stato puntuale nei pagamenti e se non hai mai fatto danni nelle case precedenti in cui era in affitto;
  • fai una lista dei mobili della tua casa: se è arredata, potresti creare un inventario di tutti i mobili in essa presenti al momento della consegna delle chiavi, da far firmare al tuo inquilino quando stipuli il contratto di locazione. Potresti anche scattare qualche foto da aggiungere e conservare con la lista;
  • segui le regole, quelle della legge. Come abbiamo già detto, se hai intenzione di affittare la tua casa in modo regolare, ricordati di:
  • registrare il contratto di affitto;
  • utilizzare un metodo di pagamento tracciabile;
  • fare la voltura delle utenze;
  • stipulare una polizza assicurativa da richiedere nel contratto di affitto come obbligatoria oppure richiedi un deposito cauzionale.

Come rinegoziare il mutuo della tua casa

Le tue condizioni economiche o di vita sono cambiate e vuoi rivedere il tasso di interesse o il piano di ammortamento, ma come rinegoziare il mutuo della tua casa?

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Come rinegoziare il mutuo di casa, perché fare questo passo

Stai pagando le rate del mutuo di casa, ma, per una serie di motivi, come può essere la ristrutturazione della tua casache magari stai facendo per approfittare delle agevolazioni fiscali, ti piacerebbe rivedere il loro importo, il tasso di interesse o la durata del rimborso del mutuo.

Che tu voglia alleggerire il peso mensile della rata o, al contrario, voglia rendere più breve il piano di ammortamento per risparmiare interessi, questa è un’operazione che puoi fare, anzi che ti conviene sempre fare, soprattutto se hai stipulato un mutuo prima della crisi, in quel periodo in cui gli interessi sui finanziamenti a tasso fisso erano sopra il 5%. In questi ultimi anni i tassi di interesse sono scesi in modo graduale, fino a raggiungere i minimi storici.

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Puoi quindi rivedere il tuo vecchio mutuo, scegliendo anche diverse modalità. Ci sono tre strumenti/istituti differenti che puoi utilizzare:

  • la rinegoziazione: ti rivolgi alla stessa banca. Le cose che puoi modificare sono il tasso, la durata e lo spread. Questa operazione ha un costo zero per te;
  • la surroga: ti rivolgi a un’altra banca. Le cose che puoi modificare sono il tasso, la durata e lo spread. Questa operazione ha solo un piccolo costo, cioè la tassa ipotecaria di 35 euro;
  • la sostituzione: ti rivolgi a un’altra banca. Le cose che puoi modificare sono il tasso, la durata, lo spread e il capitale (puoi avere una liquidità extra). Questa operazione ha una serie di costi:
    • atto notarile del nuovo mutuo;
    • spese di istruttoria e perizia nuovo mutuo;
    • penali estinzione mutuo;
    • imposta sostitutiva nuovo mutuo;
    • cancellazione e iscrizione ipoteca.

Cosa significa la rinegoziazione del mutuo

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La rinegoziazione del mutuo significa rivedere condizioni definite nel contratto originario del tuo mutuo presso la stessa banca dove hai acceso il mutuo.  È una scelta opportuna soprattutto se il tasso che stai pagando è troppo alto rispetto alla media congiunturale.

Con la rinegoziazione del mutuo, puoi richiedere direttamente alla tua banca mutuante di modificare una o più condizioni del tuo contrattomantenendo però lo stesso mutuo. Grazie al nuovo accordo potrai sostituire le clausole originarie, come la tua ipoteca volontaria sulla casa, con altre più sostenibili o più in linea con la tua attuale condizione economica e/o personale.

Considera anche che l’istituto di credito non è obbligato ad accettare la tua istanza. La tua rinegoziazione può capitare anche che ti venga negata. In questo caso ti converrà valutare altre strade valutare altre strade, come la surroga, la sostituzione o, se puoi, l’estinzione anticipata.

Quando rinegoziare il mutuo

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Quando rinegoziare il mutuo? Quando si vuole cambiare la tipologia del mutuo (passando magari dal tasso variabile a quello fisso), il tasso di interesse applicato o la durata del contratto, al fine di ottenere condizioni che siano più vicine alle tue esigenze.

Quante volte si può rinegoziare il mutuo

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Non c’è un vero limite per la rinegoziazione del mutuo, sempre che abbia senso rinegoziarlo più volte.

Inoltre, nel tempo, alcuni cambiamenti importanti nella tua vita potrebbero portarti a scegliere un altro istituto come la surroga o la sostituzione, qualcosa insomma che ti offra condizioni migliori e  più vicine alle tue esigenze.

Quanto costa rinegoziare un mutuo

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La rinegoziazione è un’operazione facile e a costo zero, poiché non comporta ulteriori spese, come quelle notarili, o imposte, tasse o commissioni bancarie. Il mutuo non si estingue e non è necessario stipulare un nuovo atto di mutuo.

Con la rinegoziazione il mutuo e la banca sono sempre gli stessi, cambiano solo alcune condizioni. Tu, il mutuatario, non perdi  gli eventuali benefici fiscali che erano legati al contratto originario, così come le garanzie correlate alla stipulazione del contratto di mutuo.

Per la rinegoziazione basta una semplice scrittura privata, senza autenticazione, che deve essere sottoscritta da entrambe le parti, quindi da te e dalla banca mutuante.

Come richiedere la rinegoziazione del mutuo

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Come richiedere quindi la rinegoziazione del mutuo? Devi avanzare alla tua banca un’apposita richiesta, poiché la rinegoziazione non è un atto unilaterale. Puoi farlo presentandoti direttamente in banca erogatrice del mutuo oppure inviando una raccomandata a/r che contenga una chiara richiesta di negoziazione.

Sarà necessario motivare e illustrare le tue nuove esigenze e le tue attuali aspettative, tenendo soprattutto in considerazione il nuovo scenario del mercato.

 

 

 

Come fare per acquistare una casa all’asta con il mutuo

In passato era molto difficile accedere al credito per l’acquisto di una casa all’asta data la difficoltà di far coincidere le tempistiche del tribunale con quelle dell’istituto di credito  erogante. Dal 2014, invece, grazie all’accordo tra ABI  e Tribunali  e possibile ottenere un’ apposito mutuo che prevede l’erogazione del finanziamento subordinato all’effettivo acquisto del bene all’asta.

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Prima di richiedere un mutuo finalizzato all’acquisto di un immobile all’asta si puo’ consultare il sito dell’ABI per visionare le banche convenzionate con i diversi Tribunali. L’importo finanziabile può essere pari anche al 100% del prezzo di aggiudicazione ma non può mai superare l’80% del valore di perizia certificato. Inoltre per l’ottenimento del mutuo di acquisto di un immobile all’asta è possibile anche accedere alla garanzia statale del Fondo di Garanzia Prima Casa .

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Per richiedere il mutuo per l’acquisto di una casa all’asta oltre alla documentazione anagrafica e reddituale dei richiedenti bisogna inoltrare alla banca erogante la documentazione legata al bando d’asta a cui l’acquirente intende partecipare ossia:

  • bando di partecipazione;
  • perizia del tecnico sull’immobile;
  • relazione notarile preliminare.

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La Banca erogante al termine dell’istruttoria stipulerà con il potenziale acquirente un preliminare di mutuo  condizionato all’aggiudicazione effettiva  del bene ed al suo effettivo trasferimento.  La stipula del contratto definitivo di mutuo e l’erogazione dell’importo finanziato avvengono nei termini pattuiti per il pagamento del prezzo , mentre l’ipoteca verrà iscritta dalla banca sull’immobile solo contestualmente all’emissione del decreto di trasferimento da parte del Giudice quindi di regola 90/120 giorni dopo l’aggiudicazione del bene.

Nel caso in cui, invece, venga meno l’aggiudicazione o l’effettivo trasferimento il mutuo non viene erogato ed il potenziale acquirente sara’ tenuto a pagare all’istituto di credito erogante le spese di istruttoria previste dal preliminare.

Bonus prima casa 2019

Bonus prima casa 2019, quali sono le regole e i requisiti per ottenerlo? Verifica se hai tutte le carte in regola per usufruire di questa agevolazione fiscale

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Bonus prima casa 2019, ecco come funziona

Comprare casa è un passo importante, poiché comporta un grande investimento economico e rappresenta un impegno da mantenere nel tempo, soprattutto se per acquistarla hai dovuto accendere un mutuo.

Tutto ciò che ti permette di ridurre le spese iniziali che devi affrontare ti aiuta a organizzarti meglio e, magari, ti consente di poter fare qualche lavoretto in più in casa, per renderla più sostenibile.

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Con il Bonus prima casa 2019 hai la possibilità, in presenza di determinate condizioni, di pagare imposte ridotte sull’atto di acquisto della casa di cui intendi diventare proprietario.

Ecco quali sono le agevolazioni previste i requisiti richiesti per poter usufruire del Bonus prima casa 2019.

Quali sono le agevolazioni previste dal bonus prima casa 2019

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Il Bonus prima casa 2019 ti dà diritto a ottenere queste agevolazioni:

  • se acquisti casa da un privato o da un’azienda che vende in esenzione Iva: in questo caso l’impresa costruttrice ha terminato la prima casa da oltre cinque anni. Questo vuol dire che devi versare un’imposta di registro del 2%, anziché del 9%, sul valore catastale dell’immobile e non sul prezzo dichiarato, mentre le imposte ipotecaria e catastale sono da versare ognuna nella misura fissa di 50 euro;
  • se acquisti casa da un’impresa con vendita soggetta a Iva: in questo caso l’impresa costruttrice ha terminato la prima casa da meno di cinque anni. Questo vuol dire che devi versare l’imposta sul valore aggiunto,  che va calcolata sul prezzo della cessione, pari al 4% anziché al 10%. Per quanto riguarda invece le imposte di registro, catastale e ipotecaria, dovrai pagarle nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

Quali sono i requisiti per richiedere il bonus prima casa 2019

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Per accedere alle agevolazioni previste dal Bonus prima casa 2019, devi possedere determinati requisiti:

  • l’acquisto della tua casa deve essere a titolo oneroso;
  • la casa che vuoi comprare non deve appartenere alla categoria di lusso;
  • l’acquisto della tua casa deve riguardare una sola unità immobiliare e una sola pertinenza;
  • non devi possedere altre abitazioni adibite a prima casa in tutto il territorio nazionale oppure altri immobili nello stesso Comune dove si trova la tua principale abitazione. Nel secondo caso è consentito solo che tu sia in possesso di una singola quota di un immobile o della  nuda proprietà. L’importante è che non sia l’unico proprietario dell’immobile.

Se non vengono rispettate tutti questi requisiti, non sono più valide le agevolazioni del Bonus prima casa 2019.

Non hai più diritto al Bonus prima casa 2019 anche nel caso in cui decidi di vendere la casa prima del trascorrere dei cinque anni dall’acquisto, a meno che tu riesca a comprare un’altra casa entro l’anno dalla vendita della casa per cui hai usufruito delle agevolazioni.

Unica condizione affinché questo sia possibile, è che tu stabilisca in questa abitazione la tua dimora abituale o quella della tua famiglia.

Per ulteriori approfondimenti puoi consultare e scaricare qui la guida dellAgenzia delle Entrate per l’acquisto della casa, dove trovi anche la sezione con acquisto con i benefici “prima casa”.

Bonus Facciate: Manovra 2020

Il bonus facciate è una novità della legge di bilancio 2020.

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Grazie a questo bonus si prevede un credito fiscale del 90% della spesa sostenuta per il rifacimento della facciata del condominio o della propria abitazione, nel centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni.

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Come ha dichiarato via Twitter il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, si tratta di una “norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane”.

 

Per conoscere nel dettaglio come funziona il ‘Bonus facciate’ bisogna aspettare l’approvazione del Testo definitivo della Legge di Bilancio 2020, del decreto fiscale 2020 e della successiva guida dell’Agenzia delle Entrate, che spiegheranno nello specifico:

  • in quanti anni va suddiviso il rimborso Irpef ( 5 o 10 anni);
  • come fruire del bonus;
  • quanto spetta di detrazione;
  •  da quanto parte il limite della spesa agevolabile;
  • le spese specifiche ammesse in detrazione.

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La misura proposta dal ministro dei Beni culturali, è stata introdotta per il solo anno 2020 e si colloca nell’ambito del piano casa da un miliardo, in cui “vengono prorogate le detrazioni per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione e le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione.

 

Le Aste Immobiliari

L’asta immobiliare e’ l’atto con cui il giudice esecutivo, su richiesta del creditore, dispone di togliere forzatamente al debitore ogni diritto sui beni immobili di sua proprietà in favore del migliore offerente in una offerta pubblica.

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L’art 579 del codice di procedura civile stabilisce che ognuno eccetto il debitore e’ ammesso a fare offerte all’incanto. Le offerte possono essere fatte personalmente o a mezzo di un mandatario con procura speciale .

L’iter della vendita forzata inizia con un ordinanza del tribunale in cui viene previsto un termine compreso tra i novanta ed i centoventi giorni entro il quale possono essere proposte le offerte di acquisto e le modalità di versamento della cauzione. Data e luogo della gara

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L’asta tra gli offerenti che può essere con incanto ( pubblica e si svolge di regola quando quella senza incanto e’ andata deserta) o senza incanto ossia con deposito in busta chiusa dell’offerta presso la cancelleria del tribunale.

Nel caso di asta con incanto nei dieci giorni successivi all’aggiudicazione e’ possibile presentare nuove offerte di valore superiore al 20% del prezzo di aggiudicazione e la cauzione dovrà essere doppia rispetto a quella originaria . Alla nuova asta possono partecipare l’aggiudicatario, i nuovi offerenti ed i vecchi offerenti purché adeguino la cauzione.

La Cancelleria del tribunale provvede alla pubblicità dell’asta attraverso annunci sui principali quotidiani nazionali e su appositi siti internet e sull’albo del tribunale dove resterà affisso per tre giorni.

Il prezzo base d’asta viene fissato da un perito. La perizia è consultabile presso la cancelleria del Tribunale oppure on line.

L’aggiudicatario dell’asta dovrà versare il saldo del prezzo entro il termine previsto nell’ordinanza di vendita fissato normalmente in 60 giorni dall’aggiudicazione. Ad avvenuto saldo il giudice pronuncia il decreto di trasferimento del bene. Tale decreto è  titolo esecutivo per la liberazione dell’immobile ed e’ titolo utile ai fini della trascrizione dell’acquisto nei registri immobiliari.

Se l’aggiudicatario non esegue il pagamento nei termini di legge il giudice dell’esecuzione lo dichiarerà decaduto dall’aggiudicazione , perderà la cauzione a titolo di multa e risulterà debitore fino alla concorrenza del prezzo della sua aggiudicazione nel caso in cui la somma della nuova vendita e dalla cauzione già confiscata siano inferiori a quello della sua aggiudicazione.

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In caso di asta deserta invece il giudice potrà fissare una nuova data con un prezzo di base inferiore di un quarto rispetto al precedente . Gli eventuali comportamenti collusivi volti ad ottenere una riduzione del prezzo sono sanzionati dal codice penale.

Se si desidera partecipare ad un’asta e preferibile farsi seguire da un esperto del settore sia perché solo un esperto e’ in grado di valutare la reale appetibilità dell’acquisto sia perché e’ importante consultare gli atti con cura al fine di verificare gli oneri e i vincoli a carico dell’aggiudicatario.

L’operazione di acquisto di una casa all’asta infatti non è esente da rischi:

  1. Se la casa e’ occupata dal debitore o da un conduttore moroso le spese di sfratto sono a carico dell’aggiudicatario.
  2. Se la casa e’ oggetto di abusi edilizi il nuovo acquirente rimane soggetto alle sanzioni edilizie previste per i suddetti abusi tali sanzioni in casi estremi possono arrivare fino alla demolizione stessa dello stabile . L’acquirente non può essere penalmente perseguibile per i reati commessi dal debitore ma rimane responsabile civilmente per gli abusi esistenti salvo la possibilità di attivare in alcuni casi una procedura di sanatoria. Qualora l’aggiudicatario dell’immobile venga a conoscenza dell’abuso in un momento successivo al pagamento non può richiedere al tribunale nemmeno una riduzione di prezzo ne’ può recedere dall’offerta.
  3. Quando si compra all’asta, l’immobile e’ aggiudicato libero da debiti o ipoteche ma non dagli oneri condominiali arretrati. Pertanto prima di depositare una offerta di acquisto bisogna verificare l’esistenza di spese condominiali arretrate perché il codice civile stabilisce che “ Chi subentra nei diritti di un condomino e’ obbligato solidalmente con questo al pagamento dei contributi relativi all’anno in corso ed a quello precedente”.
  4. In caso di immobile acquistato all’asta la richiesta delle agevolazioni fiscali per acquisto prima casa ossia la dichiarazione da parte dell’acquirente di voler stabilire nell’immobile entro diciotto mesi dall’acquisto la residenza e di non essere proprietario di altro immobile per il quale si sia già’ usufruito delle agevolazioni prima casa va fatta in un documento a parte da rendere disponibile a chi cura la registrazione dell’atto giudiziario prima della registrazione stessa in quanto tali dichiarazioni non possono essere inserite nel decreto di assegnazione del giudice . l’assenza della dichiarazione in via preventiva non può essere sanata .

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Il prezzo base d’asta viene fissato da un perito. La perizia e’ consultabile presso la cancelleria del Tribunale oppure on line.

La classe energetica della tua casa, le caratteristiche

La classe energetica della tua casa è importante per determinare non solo l’efficienza del tuo immobile, ma anche il suo valore sul mercato. Scopri quali sono le caratteristiche.

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La classe energetica della tua casa cosa indica?

La classe energetica ti permette di sapere qual è il livello di consumi energetici della tua casa, sulla base di parametri funzionali e strutturali, classificando, così, la sua prestazione energetica e definendo, in tal modo, il suo impatto sull’ambiente in termini di consumi.

Introdotta come principio in Italia dalla Legge n. 10 del 9 gennaio 1991, e maggiormente regolamentata dal D.Lgs. 192 del 19 agosto 2005 e poi dai successivi interventi legislativi completati con il DM 162/15, la certificazione energetica ha come obiettivo quello di ridurre lo spreco di energia e di favorire l’adozione di soluzioni alternative a basso impatto ambientale.

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Attraverso le nuove tecnologie (come la domotica) e le energie rinnovabili, oggi è anche più semplice riqualificare la tua casa.

Grazie agli incentivi fiscali per gli interventi di risparmio energetico di Ecobonus 2019 hai diritto al rimborso Irpef del 50o del 65% per le spese sostenute. Ogni anno, secondo i dati dell’Osservatorio Congiunturale ANCE 2019 (dato stimato ANCE), gli investimenti di riqualificazione/ristrutturazione delle abitazioni, in Italia, raggiungono i 50 miliardi di euro e il 51% degli interventi di riqualificazione/ristrutturazione interessa solo il settore residenziale.

Una casa riqualificata è una casa ristrutturata, che disperde meno energia. Quindi è una casa sostenibile, più vicina alla natura e al tuo benessere.

Vediamo, più nel dettaglio, che cos’è e come funziona la classe energetica.

La classe energetica, che cos’è

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La classe energetica della tua casa è un dato importante che ti consente di capire qual è lo stato di salute della tua abitazione e quali sono i suoi consumi energetici. Dal 2005 è obbligatoria la certificazione energetica degli edifici.

Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori (A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G) che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Questa scala classifica i consumi in ordine crescente.

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La classe energetica che viene assegnata alla tua casa è il risultato di una media aritmetica di tutti i punteggi ottenuti in base alle certificazioni fatte e a quelle che sono le caratteristiche strutturali della tua casa, come, ad esempio:

  • qualità dei materiali utilizzati nella struttura;
  • qualità degli infissi che consentono una minore dispersione di calore;
  • utilizzo di fonti di energia rinnovabile;
  • interventi di ristrutturazione che hanno apportato migliorie alla casa.

La classe energetica è indicata nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), che ti viene rilasciato da un tecnico abilitato. L’APE sostituisce quello che prima era l’Attestato di Certificazione Energetica, in seguito alla Legge n. 90 del 3 agosto 2013, che ha apportato ulteriori modifiche al D. Lgs. 192/2005.

L’APE contiene quindi tutte le caratteristiche di un edificio dal punto di vista energetico, inclusa la classe energetica cui l’immobile appartiene.

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La prestazione energetica dell’immobile è espressa attraverso l’indice di prestazione energetica globale, non rinnovabile “EPgl, nren” che comprende, per gli immobili residenziali:

  • la climatizzazione estiva (EPc,nren)
  • la climatizzazione invernale (EPh,nren)
  • la produzione di acqua calda sanitaria (EPw,nren)
  • la ventilazione (EPv,nren)

Le classi Energetiche degli edifici possono cambiare in base alle disposizioni regionali. Ad esempio, il modello della Regione Lombardia ha 8 classi di riferimento che sono attribuite in base al fabbisogno di energia primaria, necessaria per riscaldare ogni metro quadro di superficie.

Le classi energetiche, le caratteristiche

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Evitare le dispersioni di energia in casa vuol dire non solo abbattere i consumi e quindi i costi che hai quotidianamente, ma anche aiutare l’ambiente.

In verità, c’è anche un altro importante vantaggio: la tua casa acquisisce maggior valore, poiché migliora la classe energetica ad essa assegnata, un indicatore che contribuisce a far salire il suo prezzo sul mercato.

Quali sono, ad esempio, le caratteristiche che consentono alla tua casa di essere o di trasformarsi in classe energetica A, la più alta e performante? Ecco le più rilevanti:

  • un ottimo isolamento termico: vuol dire avere una buona coibentazione dei muri perimetrali, grazie all’utilizzo di materiali isolanti ad alta efficienza come polistirene, sughero, lana di roccia. Vuol dire anche avere un buon isolamento del tetto, che dovrebbe essere ventilato e una buona coibentazione degli infissi. Per un giusto isolamento termico sono indicati i vetri doppi o tripli e di tipo basso-emissivo;
  • un adeguato impianto di riscaldamento: puoi utilizzare un impianto termico a pavimento oppure una caldaia a condensazione, da abbinare a un impianto a panelli solari;
  • adeguamento alle norme antisismiche: la tua casa possiede una struttura a telaio e travi e pilastri in cemento armato, capaci di sostenere eventuali carichi;
  • un impianto fotovoltaico e un impianto solare termico: il primo per l’elettricità e il secondo anche per il riscaldamento dell’acqua;
  • cappotti termici: pannelli isolanti collocati esternamente alle mura perimetrali e rasati dopo la fissazione meccanica. La riduzione al minimo delle dispersioni termiche (di calore o di fresco) verso le zone interne più nascoste richiede una valutazione giusta dei punti termici;
  • serramenti: le finestre e gli infissi sono anch’essi importanti per evitare una dispersione termica. Preferibili sono quelli in PVC;
  • elettrodomestici con classe energetica A: partire almeno da questa classe, (ci sono anche quelle più alte) e scegliere, ad esempio, frigoriferi e congelatori con sbrinamento automatico o lavatrici e lavastoviglie, che oltre alla classe consumino meno acqua;
  • la posizione delle stanze della casa: devi sfruttare al meglio le potenzialità della tua casa. Se stai ancora valutando di comprare un immobile, devi verificare che il locale abbia una posizione congeniale per garantire una buona esposizione rispetto all’ambiente circostante. Scegli una casa che abbia camere soleggiate durante l’inverno e ombreggiate in estate, quindi fresche. Le stanze dovrebbero essere disposte razionalmente ai venti, e cioè verso sud.

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Purtroppo ci sono alcuni elementi della casa, come la collocazione geografica, l’esposizione ambientale e l’adiacenza ad altri edifici, su cui non si può intervenire, ma, per quanto riguarda tutto il resto, puoi davvero fare grandi cose per rendere la tua casa più efficiente dal punto di vista energetico.

Quindi, se devi comprare o vendere casa, è importantissimo che tu tenga ben presente qual è la classe energetica che le è stata assegnata, che trovi indicata nell’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica, documento che deve essere allegato obbligatoriamente a tutti i contratti di compravendita, oltre che di locazione.

Ricordati che grazie agli incentivi previsti, anche nel 2019, per gli interventi di risparmio energetico, hai la possibilità di riqualificare la tua casa. E migliorare la sua classe energetica è un passo fondamentale non solo per riqualificarla, ma anche per renderla più sostenibile.

Cosa guardare di un immobile quando lo si vuole acquistare?

Cosa guardare di un immobile quando lo si vuole acquistare? Oltre a seguire le tue sensazioni e i tuoi gusti, devi tenere conto di alcuni aspetti fondamentali per la scelta.

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Cosa guardare di un immobile quando lo si vuole acquistare? Tutto quello che devi sapere

Comprare casa è un sogno molto caro agli italiani, o perlomeno, alla maggior parte di loro. Attraverso la tua famiglia, la tua cultura e la vita di tutti i giorni hai da sempre percepito l’acquisto di una casa come un valore.

Ecco perché ti sei sempre rifiutato di vivere o di rimanere in affitto per sempre. Per te, comprare casa è come raggiungere un traguardo. Il senso di appartenenza con il luogo in cui vivi è sempre stato forte, sin da quando eri bambino.

In fondo, non puoi negarlo, questo legame ti è stato trasmesso dalla tua famiglia. Anzi, la casa fa parte del tuo concetto di famiglia. Una casa che personalizzi con il tempo, che cambi e plasmi con le tue idee, la tua passione e la tua creatività, una casa che vede crescere te, i tuoi figli, e che a volte si vede passare davanti anche intere generazioni. Una casa che contiene ricordi, in ogni sua stanza, i tuoi e quelli dei tuoi cari.

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Ed è per questo che l’acquisto di una casa è per te innanzitutto una decisione emotiva, prima ancora che razionale. Quando la scegli, stai scegliendo un luogo per te speciale, perché conterrà tutte le emozioni e i momenti, belli e brutti, che vivrai lì, nel corso della tua vita.

È pur vero che questo, per quanto sia importante, non basta per fare la giusta scelta, perché la casa che diventerà tua, quella che da sempre desideri, deve anche rispondere ad altre esigenze più oggettive, le sue caratteristiche devono cioè garantirti affidabilità e sicurezza nel tempo, anche perché un mutuo, quello che probabilmente dovrai accendere per l’acquisto della casa, è un impegno a lungo termine.

E allora, la domanda che ti viene naturale porti è: cosa guardare di un immobile quando lo si vuole acquistare? Ecco una serie di cose di cui dovrai assolutamente tenere conto.

Cosa controllare in un immobile che vuoi acquistare

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La casa che vuoi comprare, a meno che sia nuova, ha anche una sua storia e dei precedenti proprietari.

Conviene sempre fare delle opportune verifiche, ma quello che sicuramente devi controllare, in un immobile che ha già degli anni alle spalle, è:

  • condizioni dell’abitazione: una verifica accurata della casa è sempre consigliata. Fatti aiutare anche da persone competenti del settore che possano darti delle risposte tecniche e sicure in merito, ad esempio, a:
  1. impianto elettrico: potrebbe essere vecchio e aver perso la capacità di isolamento e potresti essere costretto a doverlo rifare. Affidati a un tecnico per le opportune verifiche;
  2. impianto idraulico e pressione dell’acqua: fai verificare, sia esternamente che internamente, se ci sono perdite nelle tubature e nei condotti, e se vanno bene pressione e colore dell’acqua che esce dai rubinetti in casa;
  3. stabilità della casa: verifica se ha delle grosse crepe, perché potrebbero mettere in discussione la sicurezza dell’abitazione in cui intendi trasferirti a vivere;
  4. stato generale della struttura: controlla qual è la condizione di pavimenti, porte, finestre, infissi e maioliche. Un eventuale danneggiamento può comportarti spese extra che puoi far presente in fase di contrattazione del prezzo;
  5. aria e luce: se l’aria riesce a circolare bene in casa è difficile che ci siano problemi di umidità, muffa e di animali infestanti; visita la casa di giorno per vedere quanta luce naturale entra e quindi capire quanto sia luminosa;

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  • spese condominiali: accertati che il precedente proprietario, il tuo venditore, non abbia in sospeso rate condominiali ancora da pagare, perché quelle andrebbero poi a gravare su di te, nel caso in cui lui non saldasse prima della vendita della casa. Inoltre, chiedi informazioni sulle condizioni dello stabile, per capire se nell’edificio dove vuoi comprare sono previsti lavori di manutenzione straordinaria, che magari l’assemblea ha appena deliberato di realizzare a breve termine;
  • valore della casa: a parte informarti sui prezzi medi al mq nella zona in cui si trova la casa che vuoi acquistare, sappi che ci sono delle caratteristiche dell’immobile che fanno variare il suo prezzo, come:
  1. stato del palazzo;
  2. esposizione al sole dell’appartamento;
  3. riscaldamento autonomo;
  4. piano in cui si trova l’appartamento;
  5. presenza dell’ascensore;
  6. presenza di uno o più bagni nell’appartamento;
  7. conformità dell’impianto elettrico (a norma).
  • zona in cui si trova la casa: assicurati che sia ben servita dai mezzi e ben presidiata dai gestori telefonici (telefono e internet, fondamentali soprattutto se lavori da casa), che sia un quartiere tranquillo (dove non sei costretto a installare in casa subito un antifurto, una spesa di cui, nel caso, dovresti già tenere conto), dove non è difficile trovare parcheggio (specie se non stai per acquistare una casa con garage), e quali strutture ci sono nelle vicinanze, utili per la vita di tutti i giorni, come:
  1. aree verdi e parchi;
  2. scuole;
  3. palestre;
  4. farmacie;
  5. bar e negozi alimentari.

Quali documenti chiedere per l’immobile che vuoi acquistare

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Questa è la parte più importante. Controlla che tutta la documentazione dell’immobile che vuoi acquistare sia in regola, per quanto riguarda:

  • impianti:
  1. la certificazione di conformità, cioè la dichiarazione di conformità impianto che viene rilasciata, dalla ditta che lo realizza, e che vale per tutti gli impianti realizzati dopo il 27 marzo 2008 (riferimento normativo D.M. n. 37/2008, modificato dal Decreto Ministeriale 19/05/2010);
  2. l’attestato di prestazione energetica, l’APE, un documento redatto da un tecnico abilitato dalla Regione, che indica la classe energetica in cui rientra l’appartamento, e che deve possedere l’attuale proprietario della casa poiché viene inserito nell’atto di compravendita;
  • atto di provenienza dell’immobile: verifica con quale atto il venditore è venuto in possesso della casa, e cioè con un rogito, una successione  o una donazione. Tieni presente che  un erede ha dieci anni di tempo per far valere i propri diritti e contestare una divisione ingiusta dell’eredità;
  • presenze di ipoteche sulla casa: controlla se sulla casa gravano ipoteche o pignoramenti. Il tuo notaio può fare questa verifica presso Uffici di Pubblicità Immobiliare (ex Conservatoria del Registro Immobiliare), gestita dall’Agenzia delle Entrate (ex Agenzia del Territorio), richiedendo una visura ipotecaria. Se è presente un’ipoteca volontaria, come quella iscritta dalla banca che ha concesso il mutuo, non ci sono rischi nel fare la proposta d’acquisto e il preliminare. L’importante che questa venga estinta entro la data del rogito o contestualmente, ma a tue spese, in veste di nuovo proprietario. Nel caso di presenza di un’ipoteca legale o giudiziale, fai in modo di impostare una trattativa;

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  • conformità urbanistica: l’immobile deve avere il certificato di conformità urbanistica, un documento che dichiara che la casa è conforme e tale dichiarazione, depositata nei pubblici registri, non deve essere diversa dallo stato di fatto reale. Questo documento ti permette anche di verificare, oltre che questa eventuale difformità, anche un possibile abuso edilizio. Se serve, chiedi a chi vende copia dei titoli abilitativi edilizi e di eventuali condoni edilizi;
  • situazione catastale della casa: scopri se l’immobile è accatastato regolarmente e se la planimetria catastale corrisponde allo stato attuale della casa. Fai richiesta sia della visura catastale e sia della dichiarazione di conformità catastale. Eviterai il rischio, ad esempio, di avere acquistato un immobile che non può essere abitato, perché magari ricavato da uno spazio registrato come soffitta, cantina o garage e dove magari non potrai fare gli allacci alle utenze. La cosa più brutta è che non potrai rivederlo allo stesso prezzo a cui tu l’hai acquistato.

Se hai bisogno di una mano, i nostri Consulenti Immobiliari possono seguirti in ogni fase della compravendita.

 

Area euro e UE: prezzi delle case in aumento dell’4,2%

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I prezzi delle abitazioni, misurati dall’indice dei prezzi delle abitazioni, sono aumentati del 4,2% sia nell’area dell’euro (unione economica e monetaria dell’Unione europea) sia nell’UE (Unione Europea) nel secondo trimestre del 2019 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Queste cifre provengono da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.

Rispetto al primo trimestre del 2019, i prezzi delle case sono aumentati dell’1,7% nell’area dell’euro e dell’1,6% nell’UE.

Tra gli Stati membri dell’UE per i quali sono disponibili i dati, i maggiori aumenti annuali dei prezzi delle case, nel secondo trimestre del 2019, sono stati registrati in Ungheria (+ 14,0%), Lussemburgo (+ 11,4%), Croazia (+ 10,4%) e Portogallo(+ 10,1%), mentre i prezzi sono diminuiti in Italia (-0,2%).

Rispetto al trimestre precedente, i prezzi delle case sono aumentati in tutti gli Stati membri per i quali i dati sono a disposizione. Gli aumenti più alti sono stati registrati in Lettonia (+ 5,6%), Lussemburgo (+ 5,1%) e Cipro (+ 4,2%).

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I dati si riferiscono all’area dell’euro e alle composizioni dei paesi dell’UE in un determinato momento.

L’indice dei prezzi delle abitazioni (HPI) misura le variazioni di prezzo di tutte le proprietà residenziali acquistate dalle famiglie (appartamenti, indipendenti case, case a schiera, ecc.), sia di nuova costruzione che esistenti, indipendentemente dal loro uso finale e indipendentemente dal loro precedente proprietario.

Gli HPI degli Stati membri sono compilati dagli istituti nazionali di statistica. L’area dell’euro e gli HPI aggregati dell’UE sono compilati da Eurostat.

Gli aggregati HPI sono attualmente calcolati come medie ponderate degli HPI nazionali usando come pesi il PIL a prezzi di mercato (espresso in milioni di standard di potere d’acquisto – SPA) dei paesi interessati.