In pieno centro storico di Milano si trova vicolo Bagnera con la sua storia noir.
La via è diventata tristemente famosa per aver ospitato in uno scantinato i cadaveri delle vittime del primo serial killer di Milano “Antonio Boggia” intorno al 1850.
Il Boggia sapeva camuffare bene la sua pericolosità, si presentava come una brava persona timorata di Dio, affabile e gentile nei modi e conoscitore della lingua tedesca che gli consentì di lavorare come fuochista presso la sede del comando militare austriaco.
Egli aveva preso abitazione in un palazzo di via Nerino e, dopo averne conquistato la fiducia, uccise Ester Maria Perrocchio, la proprietaria, falsificando documenti con i quali risultava nominato amministratore dello stabile e nascose il cadavere nel suo scantinato in via Bagnera.
Il figlio della vittima impiegò un po’ di tempo a dimostrare la falsità dei documenti. Altre persone furono truffate e uccise. Quando finalmente andarono a perquisire lo scantinato, in seguito a denunce motivate da strani movimenti del Boggia, trovarono non uno, ma quattro cadaveri.
Il Boggia si finse pazzo, ma non riuscì a scampare all’impiccagione avvenuta l’8 aprile 1862; fu l’ultima eseguita fino alla seconda guerra mondiale.
Nonostante tutto il nostro killer è addirittura entrato a far parte dei modi di dire meneghini: “fa minga el bogia” indica chi è falsamente gentile per accattivarsi la fiducia delle vittime per poi truffarle.
Se avete voglia di andare a verificare se è vero che ancora oggi il Boggia aleggia per il vicolo in forma di ventate di aria gelida anche d’estate vi sarà sufficiente andare nel distretto delle 5 Vie ed inoltrarvici. Andateci a piedi, il vicolo è talmente stretto che perfino le utilitarie stentano a passarci.