La Visita Virtuale Interattiva Rivoluziona il Mercato Immobiliare

 

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La tecnologia riveste sempre un ruolo più decisivo nel settore immobiliare in quanto serve a  migliorare l’efficienza degli agenti e creare valore aggiunto ai servizi resi.

In particolare i maggiori portali del settore immobiliare spingono acceleratore sulla innovazione tecnologica  e portano sul mercato la visita virtuale in remoto dell’immobile.

Non un semplice Virtual Tour Fotografico ma uno strumento con cui il potenziale acquirente, sotto la guida  dell’agente immobiliare, può esplorare una casa in tutti i suoi spazi.

Uno dei principali punti dolenti per la categoria degli  agenti immobiliari è il tempo perso per le visite a vuoto.

Secondo i dati di casa.it  il 90% delle prime visite non ha alcun esito.

Questo tempo può essere recuperato perché l’agente  può pubblicizzare questa modalità alternativa di visione degli appartamenti  senza muoversi dall’ufficio e senza fare sprecare tempo agli utenti.

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Basta che il  cliente abbia un indirizzo mail cui l’agente invia un link. Il potenziale compratore aprendo il collegamento da PC, Tablet o smartphone può muoversi all’interno dell’abitazione liberamente visionando più e più volte gli aspetti di suo interesse .

 

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Nuovo Qe, effetti comparto immobiliare

Il 12 settembre la BCE ha annunciato la riduzione dei  Tassi sui depositi  di 10 punti base (al -0,5%) e  il riavvio degli acquisti di titoli con immissione di moneta da parte della Banca centrale europea, a partire da novembre, per 20 miliardi di euro al mese e finché sarà necessario.

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Con questo provvedimento   Mario Draghi ha messo in atto un intervento di politica monetario non convenzionale chiamato QE o allentamento  quantitativo volto ad  intervenire  sul sistema economico e finanziario di un Paese per aumentare la moneta in circolazione, immettendo liquidità.

Con il QE, la Banca Centrale Europea acquista titoli di stato o altre obbligazioni sul mercato, stimolando così la crescita economica dell’area euro. Il programma della Bce, infatti,  ha tra gli obiettivi quello di scongiurare il rischio di deflazione e mantenere  il tasso di inflazione attorno al 2%.

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Con l’acquisto di titoli di stato e delle obbligazioni i tassi di interesse diminuiscono e i prestiti diventano più economici. Le aziende e i privati possono così chiedere prestiti, spendendo meno per rimborsare i propri debiti. Consumi e investimenti ricevono in questo modo una spinta, determinando una crescita maggiore nel medio termine.

Le nuove  condizioni imposte dalla Bce potrebbero pertanto  dare una nuova spinta ai mutui delle famiglie ed al mercato delle surroghe . In particolare non è escluso che si possano vedere tassi negativi

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A vedere in maniera favorevole questo nuovo taglio dei tassi sui mutui è stato anche il presidente di Fimaa, Santino Taverna: “Questo secondo quantitative easing, il cui avvio coinciderà con il passaggio del testimone, il primo novembre, a Christine Madeleine Lagarde, dovrebbe permettere ulteriori ribassi sul costo dei mutui e dei prestiti da parte delle banche. Ne potrà beneficiare anche il comparto immobiliare. Auspichiamo ora che il governo Conte bis avvii una nuova stagione politica fiscale in grado di stimolare maggiormente le banche a supportare famiglie ed imprese, e un programma di riduzione della pressione fiscale sugli immobili, permettendo così al comparto immobiliare di recuperare posti di lavoro e ritornare a trainare l’economia del Paese”.

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Qual è il tempo di vendita per un immobile?

Chi si appresta a mettere in vendita un proprio immobile è quasi sempre interessato, oltre a ottenere un congruo compenso, a realizzare la vendita in tempi stretti. “Quanto tempo ci vorrà?” è una delle prime domande che un’agenzia immobiliare si sente chiedere. E, naturalmente, è una domanda più che legittima: in pochi casi come in una transazione immobiliare è infatti lecito l’adagio “Il tempo è denaro”. Anche nei casi in cui si abbia la necessità di realizzare in tempi brevi una cospicua somma di denaro, per esempio per provvedere ad altri investimenti, vendere rapidamente dà un doppio vantaggio in termini economici. In primo luogo si risparmiano tasse, bollette e spese condominiali e poi non si rischia di svalutare il valore dell’immobile, per motivi oggettivi o anche semplicemente psicologici. Dopo un po’ di tempo che l’immobile resta invenduto sorgeranno, infatti, dubbi sulla corretta valutazione sia nel proprietario, che potrà sentirsi costretto ad abbassare il prezzo, sia nei potenziali acquirenti che potrebbero iniziare a diffidare di una proprietà, da tempo sul mercato, rimasta invenduta.
Domanda quindi legittima, ma di non semplice risposta, se non basata sulle statistiche e sull’esperienza dell’agenzia immobiliare rispetto alle caratteristiche oggettive dell’immobile e ai trend di mercato. Ovviamente non c’è nessuno che abbia la sfera di cristallo per poter rispondere in maniera precisa ed è meglio diffidare da chi dà risposte basate sull’indicativo perentorio.
Questo però non significa, naturalmente, che, oltre alle valutazioni basate sull’esperienza e la professionalità dell’agente; sul database di potenziali clienti e sulle strategie di comunicazione e di marketing di cui si avvale l’agenzia immobiliare; ci siano anche consigli che possono essere dati per accelerare la vendita.
Un’ottima strategia per accelerare i tempi di vendita è ricorrere all’home staging letteralmente la “messa in scena della casa” – ogni qual volta che un po’ di make up sia necessario per sottolineare le potenzialità dell’immobile. L’obiettivo dell’home staging non è, infatti, solo quello di mettere in ordine l’appartamento, evidenziandone i pregi e favorendo il “colpo di fulmine” con il potenziale acquirente, agendo sulla sfera emotiva-istintiva, oltre a quella razionale, ma anche aiutarlo a visualizzare come potrebbe diventare, quali sono le vere potenzialità dell’immobile.
Le statistiche sottolineano come in media un buon home staging riduce i tempi di vendita fino al 70% [Fonte: shorturl.at/jprFV]. Questa pratica però è ancora poco diffusa in Italia in quanto spesso i venditori sono restii a investire denaro per l’home staging del proprio immobile, pensandolo un costo più che un investimento. Ma, considerando che l’investimento richiesto è di solito contenuto, è questa un’opzione da valutare molto seriamente, con l’agente, in quanto i vantaggi, in termini di tempi di vendita e di guadagno, sono considerevoli.

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Gabetti premiato al Forum ‘Scenari Immobiliari 2019’

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Durante il 27° forum, organizzato da Scenari Immobiliari a S. Margherita Ligure il 13 e 14 settembre, il Gruppo Gabetti ha  ricevuto il premio “come impresa d’eccellenza nel real estate. Prestigioso riconoscimento ricevuto in quanto ad oggi, il Gruppo rappresenta la prima ed unica realtà italiana ad aver strutturato un progetto di filiera sul tema della sostenibilità, l’unico con capillarità su tutto il territorio nazionale, capace di gestire e promuovere, in tutte le fasi, progetti sull’abitare sostenibile.

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Il progetto del Gruppo Gabetti è stutturato con l’obiettivo di favorire  la riqualificazione energetica degli edifici, delle singole abitazioni e di interi complessi attraverso gli incentivi Ecobonus e Sismabonus, e favorire la ristrutturazione del patrimonio immobiliare.

 

Gabetti ha voluto concentrarsi sulle opportunità offerte da questo settore, studiando insieme alle società del Gruppo, ai maggiori operatori del settore e al grande partner EnelX, un progetto innovativo e vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti: dalle aziende di istallazione, fino ad arrivare ai nostri oltre 3.500 consulenti immobiliari Gabetti, Grimaldi e ProfessioneCasa che fanno parte del gruppo. Tutti uniti verso il raggiungimento di un unico obiettivo: l’abitare sostenibile.

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Divieto di Fumo in Condominio

Fumare è un’abitudine diffusa, che causa dei comprovati danni alla salute. È ritenuto altrettanto dannoso anche il fumo c.d. passivo, ovvero quello respirato involontariamente dai non fumatori che si ritrovano nelle vicinanze di chi invece decide di accendersi una sigaretta o usare altro prodotto del tabacco.

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La legge antifumo in Italia è la L. n. 3/2003, nota come legge Sirchia, che ha stabilito il divieto di fumare nei locali chiusi, a eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico, nonché le apposite sale riservate ai fumatori.

 In questo testo si analizza come, in ambito condominiale, si sviluppo questo divieto:

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 La legge Sirchia non prevede il divieto di fumo nelle abitazioni private. Solo in caso di immissioni intollerabili si potrà impedire al vicino di fumare sul balcone o in terrazza

 In Condominio  per quanto riguarda quegli ambienti comuni frequentati non solo dagli altri condomini, ma anche da altre persone, vigono dei divieti antifumo: si tratta di aree non equiparabili alle abitazioni private, quali ad esempio androni, pianerottoli, ascensori, scale e ambienti destinati a ospitare le riunioni condominiali.

Lo stesso Ministro della Salute, nella nota 1505 del 24 gennaio 2005, ha chiarito che il divieto si estende anche a tali zone allo scopo di garantire anche in ambito condominiale la tutela della salute dal fumo passivo.

Sarà l’amministratore di Condominio a occuparsi di vigilare sul rispettare il divieto, esponendo anche nelle zone interessate l’apposita segnaletica antifumo, mentre condomini e frequentatori dello stabile potranno richiamare verbalmente i trasgressori all’osservanza del divieto e, in caso d’inadempienza, segnalare la violazione alle competenti autorità.

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Se a infastidire sia il comportamento di chi fuma fuori al proprio terrazzo o balcone e l’atteggiamento del vicino non è sopportabile,  la soluzione migliore è quella di trovare un accordo e risolvere la questione stragiudiziale inviando una comunicazione scritta al vicino/i molesti, e, se rimasta senza esito, anche una formale comunicazione all’amministratore. L’amministratore, tuttavia, potrà agire come semplice “portavoce”  salvo che divieti in tal senso non siano previsti espressamente nel regolamento condominiale (approvato all’unanimità).

Spesso, tuttavia, non è affatto semplice giungere a un compromesso e anche agire giudizialmente non potrà essere semplice, in quanto per limitare il comportamento del vicino è necessario che questo rivesta determinate caratteristiche.

 L’art. 844 c.c., ad esempio, consente sì al proprietario di impedire le immissioni di fumo o le esalazioni derivanti dalla proprietà del vicino, ma solo qualora queste superino “la normale tollerabilità”, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.

In pratica, se non è superato il limite della normale tollerabilità, il condomino infastidito dal fumo altrui non riuscirà a ottenere dall’autorità giudiziaria un procedimento atto a vietargli di fumare sul balcone o in terrazza. Per questo, prima di intentare una causa, sarebbe meglio far effettuare a un tecnico delle misurazioni in relazione alle immissioni di fumo che si considerano moleste.

Secondo la giurisprudenza, tale disposizione è certamente applicabile anche negli edifici in condominio nell’ipotesi in cui un condomino, nel godimento della propria unità immobiliare o delle parti comuni, dia luogo ad immissioni moleste o dannose nella proprietà di altri condomini.

La normale tollerabilità delle immissioni è un concetto generico, la cui valutazione è rimessa all’autorità giudiziaria che terrà conto della peculiarità dei rapporti condominiali, nonché della destinazione assegnata all’edificio dalle disposizioni urbanistiche o, in mancanza, dai proprietari.

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Nella sentenza n. 7875/2009, ad esempio, la Cassazione ha riconosciuto come immissioni moleste di fumo di sigaretta quelle provenienti da un bar posto al piano terra del Condominio, stante gli effetti fastidiosi e insalubri del fumo passivo provocati da un gruppo di individui, seppur limitato.

Sarà possibile tutelarsi anche nei confronti dei condomini incivili che lanciano mozziconi di sigaretta dal balcone, senza smaltirli in sicurezza, trattandosi di un comportamento che può integrare il reato di “getto pericoloso di cose”.

L’art. 674 c.p. punisce con l’arresto fino a un mese o l’ammenda fino a 206 euro “chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti”.

 

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Vendere per comprare casa? Cosa devi sapere

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Le tue esigenze stanno cambiando?

La tua prima casa, non riesce più a soddisfare i bisogni della tua famiglia?

Probabilmente è arrivato il momento del grande ‘salto’ vendere per comprare una nuova casa: una camera in più per il nuovo arrivato o per lo studio, lo spazio esterno che hai sempre desiderato, avvicinarsi ad un familiare, tutto pensato per ‘migliorare la qualità della propria vita‘.

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Presa l’importante decisione, ora bisogna capire come muoversi, passare dalla teoria alla pratica: in genere la prima scelta è quella di iniziare la ricerca della nuova casa, per poi una volta trovata mettere in vendita la propria. Ma è davvero la scelta giusta? Se abbiamo già il capitale per poter acquistare, allora sicuramente si, ma in genere chi deve fare questo tipo di operazione vende, realizza e per differenza chiede un prestito o un mutuo.
Analizziamo questa opzione:
Finalmente! Abbiamo trovato la casa che cercavamo, nel formulare la proposta, dovremo prevedere una caparra e concordare un tempo medio-lungo per la stipula dell’atto, tempo necessario per trovare l’acquirente per la nostra casa.
Vendere! nel più breve tempo è possibile è condizione che si pone in maniera inversamente proporzionale all’ottimizzazione del prezzo. In poche parole, avremo un’alta probabilità di svendere il nostro appartamento per evitare di perdere la caparra già versata per l’acquisto…in un attimo il nostro sogno di cambiamento diventerebbe un incubo.
La scelta migliore risulta invece, quella di vendere il proprio immobile e poi cercare la casa che soddisfi la nostra nuova esigenza. A pensarci manca la terra sotto i piedi ma, seppur non privo di criticità, questa strada è soggetta a minori rischi, se organizzata e studiata nel modo giusto: è la via da percorrere se si vuole raggiungere il traguardo con il miglior risultato.

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  • Una corretta valutazione del proprio immobile, che permetta di conoscere il preciso valore economico della nostra casa è il primo passo da fare: la base dalla quale partire.
  • Successivamente, bisognerà verificare di essere in possesso di tutta la documentazione necessaria per vendere: essere certi che non ci siano intoppi derivanti da piccoli abusi, verande, frazionamenti, diversa distribuzione degli spazi interni, che l’immobile risulti pulito e libero da oneri e pesi di qualsiasi genere.
  • Analizzare le vendite dell’ultimo semestre per conoscere il mercato degli immobili di nostro interesse, gli appartamenti che per caratteristiche e zona rientrerebbero nella nostra ricerca, in che range di prezzo sono stati venduti.
  • Se le nostre disponibilità sono compatibili con il mercato di riferimento allora, è arrivato il momento di mettere il nostro appartamento in vendita.

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Trovato l’acquirente, si stabilirà oltre il prezzo, un tempo che varia dai 6-9-12 mesi per la stipula dell’atto definitivo, tempo sufficiente per trovare la nuova casa.


NOTA BENE: Se si prendono in riferimento i dati delle vendite dell’anno 2018-2019, concluse dalla nostra Società si evince che circa il 55% delle operazioni sono state concluse tra soggetti che vendevano il proprio immobile per comprarne uno nuovo e di questa percentuale il 100% ha trovato nei 6-9 mesi una nuova casa.


Importante sottolineare che per la complessità dell’operazione, utile sarebbe sicuramente farsi affiancare nel percorso da un professionista, un agente immobiliare, che coordini tutta la delicata operazione: valutazione- verifica documentazione- promozione immobile- contratto preliminare- ricerca nuovo immobile, con conseguente accordo che si intersechi perfettamente per tempi e modalità al precedente.

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Il ‘fai da te‘ in questi casi , può essere davvero una scelta azzardata, la complessità dell’operazione e la criticità di alcuni suoi aspetti rendono utile se non necessario l’aiuto di un professionista che ci permetta di vivere con tranquillità e la giusta dose di adrenalina questo cambiamento.

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Ultimi aggiornamenti Mercato Immobiliare

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  • Contesto economico fragile, ma il mercato immobiliare può farcela. È ciò che emerge dall’Osservatorio Immobiliare 2019 di Nomisma. http://bit.ly/2kws1U2

 

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  • La vera ripresa riguarda il mercato immobiliare corporate (non residenziali) che ha fatto registrare in Italia transazioni per 4,9 miliardi di euro, in crescita del 54,5%. Report Prelios Group http://bit.ly/2kws1U2ù

 

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  • Sondaggio promosso dalla Banca d’Italia presso circa 1.500 agenzie immobiliari.
    Il periodo di riferimento è il secondo trimestre 2019, principali risultati che emergono dalle interviste agli operatori fanno registrare nel semestre di riferimento una contrazione dei prezzi di vendita e nel contempo una riduzione dei tempi di vendita. http://bit.ly/2kwwdmK

 

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Bentornati a Milano!

Il rientro dalle vacanze porta sempre con sé un po’ di malinconia.
Il mare, le montagne, i tramonti sono ancora immagini vivide nei nostri occhi;

i cibi gustati già si rimpiangono

anche se ci hanno fatto guadagnare un po’ di peso.   

Ma Milano e dintorni sanno come venirci in aiuto.    

Settembre è il mese delle sagre e della chiusura di eventi e concerti che hanno avuto inizio, alcuni, già da giugno.
Al link https://www.ilgiorno.it/cosa%20fare/eventi-weekend-1.4749332 troverete informazioni utili per scegliere lo svago più adatto a voi e/o alle vostre famiglie.

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LA PROPOSTA DI ACQUISTO E’ UN PRELIMINARE DI COMPRAVENDITA?

 Le tappe fondamentali di una compravendita sono tre:
– LA PROPOSTA DI ACQUISTO
– IL PRELIMINARE DI VENDITA
– IL ROGITO
Oggi vorrei parlare della proposta: ossia della manifestazione di volontà di acquistare un immobile da parte del potenziale acquirente.
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La proposta di acquisto è  la dichiarazione dell’acquirente di volere acquistare un certo bene ad un determinato prezzo,  solitamente, l’agenzia utilizza per questo scopo moduli prestampati, che contengono tutti gli elementi essenziali della futura vendita. E’ BENE CHIARIRE CHE LA PROPOSTA E’  IRREVOCABILE   PER L’ACQUIRENTE,  PERTANTO, E’ ESSENZIALE CHE AL SUO  INTERNO  SIA INDICATO UN ORIZZONTE TEMPORALE DI VALIDITA’.
La PROPOSTA fino all’accettazione da parte del venditore è VINCOLANTE solo per il proponente, è con l’accettazione da parte di entrambi gli aventi causa, che diventa un vero e proprio preliminare di vendita, ossia un contratto con cui le parti si obbligano RECIPROCAMENTE.
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La proposta è  di regola accompagnata dal versamento di una somma a titolo di caparra. Quest’ultima viene data in custodia all’agenzia immobiliare che la restituisce al proponente in caso di mancata accettazione, mentre in caso contrario viene consegnata al venditore impegnandolo alla conclusione dell’affare. Pertanto in caso di futuri ripensamenti successivi all’accettazione, il venditore dovrà restituire al proponente il doppio della somma ricevuta, se invece il proponente, ha dei ripensamenti il venditore ha diritto a trattenere le somme ricevute a titolo di caparra.
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La PROPOSTA DI ACQUISTO può essere subordinata a delle condizioni quali:
– la verifica della consistenza dell’immobile con riferimento alla regolarità urbanistica  e degli impianti;
  – i tempi di consegna dell’immobile da parte del venditore ;
  –  l’ottenimento di un finanziamento  dalla banca da parte del proponente.
Quest’ultima ipotesi deve essere regolamentata in maniera molto dettagliata, in quanto  rischia di diventare una condizione meramente potestativa, ossia, dipendente esclusivamente dalla volontà dell’acquirente. Infatti se quest’ultimo fosse in mala fede potrebbe semplicemente non fornire la documentazione necessaria all’istituto erogante o dichiarare di non avere ricevuto il mutuo semplicemente per liberarsi  dal vincolo contrattuale.
Un argomento che affronto spesso con le persone che si rivolgono a noi riguarda la valenza della proposta di acquisto come compromesso/preliminare di compravendita.
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La Corte di Cassazione civile si è espressa sul caso con sentenza n. 12527 depositata il 25/05/52018.
La Corte afferma che se la proposta d’acquisto accettata,  contiene tutti gli elementi essenziali dell’accordo, rientra nella  fattispecie del preliminare di compravendita.
Pertanto, una proposta irrevocabile di acquisto accettata dall’aspirante venditore  costituisce un preliminare di compravendita.
Infine, per completezza, elenchiamo gli elementi essenziali di un accordo nella fattispecie della proposta di  acquisto.
Ai sensi dell’articolo 1325 del codice civile i requisiti del contratto sono:
– l’accordo tra le parti;
–  la causa;
–  l’oggetto;
–  la forma – quando è prevista dalla legge –  sotto pena di nullità”.
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Mutui Casa: Tassi ai Minimi Storici

Il 25 luglio 2019 il Sole 24 ore ha pubblicato un articolo in cui si prende in esame la situazione dei mutui case, oggi con i tassi ai minimi storici.
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   Secondo gli ultimi dati,  in media,  un prestito ipotecario a tasso fisso in Italia costa l’1,79%. Un livello bassissimo, se solo si pensa al 6% del 2012 o al 2,3% del 2016.
   Lo stesso vale per il tasso variabile, oggi in media al costo dello 0,88%, nettamente inferiore rispetto al 3,7% del 2012 o al 1,23% del 2016.
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   Se prendiamo in considerazione, inoltre,  i casi in cui il prestito ipotecario non supera il 50% del valore del bene ipotecato, i tassi medi applicati, si abbassano ulteriormente, raggiungendo l’1,17% per il fisso e allo 0,69% per il variabile.
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Alla base di questa drastica diminuzione dei tassi medi applicati al prestito ipotecario, c’è il basso costo del denaro garantito dalla BCE, che genera la conseguente riduzione dei costi per le banche, ciò permette alle stesse di offrire condizioni più vantaggiose.
Altra faccia della medaglia è invece il reazione degli italiani a tale situazione: nonostante i tassi siano ai minimi storici, le richieste di mutuo sono calate del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, questo perché le incertezze della politica, porta gli stessi ad essere più cauti, aspettando le novità della prossima legge di bilancio.
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