“Oh Bej! Oh Bej!”

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Tra pochi giorni la nostra affascinante Milano festeggerà Sant’Ambrogio, il suo Santo Patrono.

In occasione di questa ricorrenza, fin dal 1200, si tiene una delle più importanti fiere della città: la fiera degli “Oh Bej! Oh Bej!”. Il suo nome pare derivi dalle esclamazioni di gioia dei bambini milanesi che accettavano di buon grado i doni di Giannetto Castiglione, inviato papale, in occasione del suo ingresso in città nel 1510.

Essa rappresenta un annuale appuntamento per gli acquisti natalizi richiamando numerosi turisti.

Inizialmente gli Oh Bej! Oh Bej si svolgevano presso la Piazza dei Mercanti, nel 1886 la manifestazione fu trasferita nella zona adiacente alla Basilica di Sant’Ambrogio, dove rimase fino al 2006, anno nel quale fu spostata nella zona del Castello Sforzesco.

L’evento sarà presente nella nostra cittadina da giovedì 7 a domenica 10 dicembre 2017 e saranno presenti centinaia di bancarelle: dai rigattieri agli artigiani, dai fioristi ai giocattolai, dai fabbri ai venditori di libri.

Non mancano dolci, caldarroste e vin brulè e produttori di miele; il tutto accompagnato da eventi e appuntamenti natalizi.

Per raggiungere più facilmente la zona dei mercatini è possibile prendere la linea 1 della metropolitana e scendere alla stazione Cairoli.

E voi, da veri milanesi, andrete a farvi travolgere da questa spettacolare magia natalizia?

 

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SVOLTA FISCALE PER LA RIPARTENZA DEL MATTONE

LA NECESSITA’ DELLA SVOLTA FISCALE PER LA RIPARTENZA DEL MATTONE

I segnali di ripresa intravisti nell’ambito delle compravendite immobiliari, sono ancora troppo labili sporadici e relativi soprattutto ai grandi centri urbani e in alcuni regioni particolari.
Tante regioni e soprattutto tante famiglie non riescono ancora a percepire l’economia come fosse in una situazione di ripresa.  Sono necessari interventi della politica significativi per trasformare i segnali di rilancio in una vera e propria ripresa anche per il settore immobiliare.
A trarre beneficio da ciò, sarebbero tanti comparti dell’economia italiana. Le tasse gravanti oggi sugli immobili, non contribuiscono alla ripresa del mercato immobiliare.
Serve maggiore incisività. E’ necessario ridurre e colmare i buchi della spesa pubblica con tagli mirati sulle spese improduttive, allo scopo di allentare l’imposizione su famiglie e imprese.

Ciò è fondamentale per ridare respiro a tutti i piccoli attori dell’economia italiana, vero pilastro della fioritura economica del nostro paese dal dopoguerra fino agli anni antecedenti la crisi appena vissuta.
Il recente inserimento nella manovra 2018 sono del bonus per giardini e terrazzi, e la sterilizzazione dell’aumento dell’IVA, sono elementi positivi per rilanciare il mercato. Un’idea interessante sarebbe introdurre il regime fiscale della cedolare secca anche per gli affitti commerciali, ma va accompagnata anche da incentivi per chi va poi a condurre l’attività.

La timida ripresa non è insomma sufficiente per abbassare la guardia, basti vedere ai livelli di crescita del nostro paese rispetto alla media europea. Ridurre carico fiscale e burocrazia imperante, sono i “MUST” su cui i nostri governanti dovrebbero intervenire per far tornare il mattone a brillare, così da poter generare indotti significativi anche nell’economia e nei segmenti che ne derivano.

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Palazzo Invernizzi

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Passeggiando per Corso Venezia può capitare di passare per Via dei Cappuccini, al numero 3 lasciatevi prendere dalla curiosità di sbirciare tra la vegetazione che circonda il giardino di Palazzo Invernizzi e potrete ammirare una colonia di magnifici fenicotteri rosa. Questi uccelli furono portati a Milano proprio da Romeo Invernizzi.
In realtà nel giardino vivono anche anatre e pavoni, ma i fenicotteri sono quelli che più si fanno ammirare.
Il palazzo in sé è uno splendido esempio di architettura Liberty ed è possibile visitarlo.

A circa 200mt, al n° 20 di via Serbelloni, accanto all’ingresso, si può ammirare un curioso orecchio in marmo. Questo capolavoro fu scolpito, negli anni Trenta, dall’artista Adolfo Wildt, maestro di Lucio Fontana, ed è curato in ogni dettaglio. Al suo interno infatti è stato riprodotto tutto l’apparato acustico e funzionava da originale citofono. Ovviamente il palazzo prendeva il nome proprio da questo particolare ed era conosciuto come “Ca’ dell’orèggia” (casa dell’orecchio).

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Negozio in affitto e indennità per la perdita dell’avviamento

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Negozio in affitto: ecco quando spetta l’indennità per la perdita dell’avviamento a seguito della fine del contratto di locazione

L’avviamento commerciale – come noto – è la capacità dell’impresa di produrre profitto. Tale capacità dipende da numerosi fattori: uno tra questi è certamente la collocazione territoriale. Ed infatti, è ovvio che un negozio situato nel centro di una grande città avrà – almeno “sulla carta” – maggiori possibilità di produrre profitto, rispetto ad un’attività commerciale situata nelle periferie di un piccolo paesino. In considerazione di questa circostanza, il legislatore ha previsto una serie di tutele per l’imprenditore che conduca in locazione un immobile ad uso commerciale, nel caso in cui la locazione cessi per volontà del locatore ed il conduttore sia costretto a trasferire altrove l’attività. Cosa succederà in tali ipotesi? Cosa succede se il titolare di un negozio in affitto sia costretto a trasferire altrove la sua attività? Certamente, in tali ipotesi si verificherà una perdita dell’avviamento commerciale: il titolare del negozio avrà, dunque, diritto ad un “risarcimento”.

Più precisamente, se l’imprenditore – che aveva preso in affitto un negozio – è costretto a spostare la propria attività commerciale altrove a causa della cessazione del contratto di locazione, questi avrà diritto ad un’indennità (c.d. indennità per la perdita dell’avviamento). In particolare, la legge prevede che nel caso di locazione finita per volontà del locatore, questi deve versare al conduttore 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto a titolo di indennità.

 

Indennità per la perdita dell’avviamento: cos’è?

Cerchiamo di comprendere meglio la natura e le finalità della tutela indennitaria prevista dalla legge. L’”indennità per la perdita di avviamento” è dovuta per il solo fatto che il proprietario non intenda più proseguire la locazione e spetta al conduttore per il solo fatto che nell’immobile vi è stata per lungo tempo esercitata un’attività produttiva che sia diventata, così, un punto di riferimento per la clientela. Detta indennità, dunque, è finalizzata a predeterminare il danno che il conduttore subirà per il cambio di sede dell’attività a causa dello scioglimento del contratto di locazione. Allo stesso tempo, l’indennità ha l’obiettivo di sostenere l’imprenditore nella ricerca del nuovo locale in cui poter proseguire la sua attività.In sostanza, il diritto all’indennità per la perdita dell’avviamento presuppone:

  • l’esistenza di un contratto di locazione ad uso diverso da quello abitativo;
  • la cessazione di tale contratto per disdetta del locatore e non per recesso od inadempimento del conduttore. Si tenga presente che, secondo un orientamento della Cassazione [2], anche la risoluzione consensuale del contratto di locazione escluderebbe il diritto del conduttore ad ottenere l’indennità per la perdita dell’avviamento.

 

Perdita dell’avviamento: vale per tutti i negozi?

Relativamente alla tipologia di negozi e attività commerciali cui è riconosciuto il diritto all’indennità bisogna compiere delle ulteriori precisazioni, atteso che la legge espressamente lo esclude per taluni immobili. In particolare, l’indennità non è dovuta nel caso in cui la cessazione del rapporto di locazione riguarda immobili utilizzati per lo svolgimento di attività che non comportano contatti diretti con il pubblico o di carattere transitorio o, ancora, immobili situati all’interno di stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, aree di servizio, alberghi e villaggi turistici. In assenza di una esplicita previsione di legge, inoltre, sono sorti dei dubbi sul diritto all’indennità nel caso di negozio situato all’interno di un centro commerciale. In questa ipotesi, infatti, le incertezze derivano dalla difficoltà di stabilire se la clientela (e dunque l’avviamento) è il frutto dell’attività posta in essere dal conduttore del singolo negozio, oppure sia il risultato della collocazione dell’attività all’interno di una struttura più ampia (e cioè il centro commerciale).

 

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La Nuova Darsena

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Considerata l’antico porto di Milano, unisce il Naviglio Pavese e il Naviglio Grande; essa è ritornata ad essere il punto di ritrovo dei milanesi e dei numerosi turisti che negli ultimi anni stanno visitando la nostra città.
La zona è ricca negozi e caratteristiche bancarelle.
Se vi trovate in zona, non potete dimenticarvi di fare un salto al mercato coperto che si trova in P.zza XXIV Maggio proprio al centro della Darsena. Esso sorge all’interno di una struttura moderna realizzata in ferro, qui è possibile acquistare di tutto. Si passa infatti dalla vendita di generi alimentari alla vendita di frutta esotica e fiori, ma anche a quella di biciclette.
Sempre all’interno della struttura è possibile pranzare e/o cenare presso molti degli stand presenti.2

Molto suggestivo, soprattutto nel periodo estivo, un giro in battello navigando sui Navigli recuperando un’antica pratica.
Partendo dall’ Alzaia Naviglio Grande al n°4 si potrà ammirare in successione, il Vicolo dei Lavandai, Palazzo Galloni con il centro dell’Incisione, il bel complesso monumentale che comprende la Chiesa, il Ponte e il Lavatoio di San Cristoforo. Tornando indietro si passerà sotto il Ponte dello Scodellino, fino a concludere il tour proprio sulla Nuova Darsena.

Nel periodo natalizio tutta la darsena si riempie di bancarelle a tema trasformandola in un vero e proprio villaggio e tutto diventa un po’ “magico” per la gioia dei più piccoli. E dei più grandi.
Che dire…….Milan l’è on gran Milan

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LO SHOPPING DISTRICT DI CITY LIFE

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City Life si arricchisce di negozi e non solo; per l’esattezza tra piazzale Giulio Cesare, piazza VI Febbraio e largo Domodossola, aprirà tra poco più di un mese, un nuovo centro commerciale distribuito su tre piani considerato il più grande d’Italia presente in un’area urbana.
Al suo interno troveremo circa 100 negozi di moda e design, 20 ristoranti, un cinema multisala gestito da Anteo che ospiterà 1200 persone, un grande supermercato e spazi dedicati al benessere e alla salute con l’apertura di un centro diagnostico italiano con un poliambulatorio ed un centro prelievi.

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Tra i numerosi ristoranti, ci sarà il debutto “Pie, Pizza Italiana Espressa” ovvero la prima pizzeria, dove il cliente sceglie il tipo di farina, gli ingredienti preferiti e sotto i propri occhi viene farcita la pizza.
Dopo le case e i grattacieli, l’abitare e il business, a City Life arriva anche lo Shopping District, facilissimo da raggiungere sia in auto, grazie alla creazione di 1.700 parcheggi interrati che, in alternativa, con il trasporto pubblico, soprattutto con l’utilizzo della linea lilla (M5) della metropolitana di Milano che ha la fermata Tre Torri proprio all’interno di City Life.
Insomma tenetevi tutti pronti, il 30 novembre, data di apertura, si sta avvicinando.

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Bonus del 20% per chi compra una casa da affittare

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Chi, entro il 31.12.2017, compra una casa per poi concederla in locazione avrà diritto ad una detrazione Irpef pari al 20%

Se hai intenzione di comprare una casa per poi darla in locazione è questo il momento giusto per farlo. Fino al 31 dicembre prossimo, infatti, chi acquista una casa e la vuole affittare godrà di un forte “sconto” sul prezzo di acquisto. Si tratta di un’importante agevolazione consistente, più nel dettaglio, in una riduzione Irpef pari al 20%.  Vediamo, dunque, in cosa consiste questo bonus del 20% per chi compra una casa da affittare, chi ha diritto a detta agevolazione ed a quali condizioni essa opera.

Bonus del 20% sulla casa da affittare: a chi spetta?

Tutti i cittadini, non esercenti attività commerciali, che acquistano una casa per poi concederla in locazione potranno contare sull’aiuto del fisco. Il bonus non opera solo per l’acquisto della casa da dare in locazione, ma anche per la costruzione della stessa, purché sia ultimata entro il 31.12.2017 e per la quale prima del 12.11.2014 sia stato rilasciato il titolo abilitativo edilizio. Ed infatti, il periodo di operatività del bonus in parola è cominciato il 12.11.2014 e scadrà il 31.11.2017. Quindi, ci sono ancora pochi mesi per approfittare di detta agevolazione. Vediamo, dunque, in che consiste.

Bonus del 20% sulla casa da affittare: in che consiste?

Il bonus del 20% sulla casa da affittare consiste in una detrazione Irpef pari, appunto, al 20%. In buona sostanza, quindi, il 20% del prezzo pagato per l’acquisto o la costruzione della casa tornerà nelle tasche dell’acquirente. L’agevolazione consistente nella deduzione dal reddito complessivo Irpef  in misura pari al 20%, infatti, opererà:

sul prezzo di acquisto dell’immobile risultante dall’atto di compravendita;

oppure sull’ammontare complessivo degli interessi passivi del mutuo contratto per comprare la casa;

o, nel caso di costruzione, sull’ammontare delle spese di costruzione attestate dall’impresa che ha eseguito i lavori fino ad un limite massimo pari a 300mila euro.

Attenzione: detto limite massimo vale anche nel caso in cui si proceda all’acquisto di più case. Quindi, se ad esempio Tizio compra tre appartamenti con l’intenzione di concederli in locazione non potrà beneficiare di un’agevolazione pari a 300mila euro su ognuno di essi, al contrario usufruirà dei 300mila euro come limite complessivo dei tre acquisti.

Bonus del 20% sulla casa da affittare: a quali immobili si applica?

Non tutti gli immobili possono godere della deduzione. Ed infatti, deve trattarsi di immobili residenziali: di conseguenza il bonus non opera per l’acquisto di negozi o locali commerciali, né vale per gli immobili c.d. “di lusso”. L’immobile deve poi essere di nuova costruzione oppure deve essere rimasto invenduto dalla data di entrata in vigore della legge che ha disposto il bonus: quindi, come anticipato, dalla data del 12.11.2014

Volendo, dunque, schematizzare l’incentivo in commento opera, più nel dettaglio, per:

  • l’acquisto di immobili a destinazione residenziale di nuova costruzione, invenduti al 12.11.2014, ceduti da imprese di costruzione e da cooperative edilizie;
  • l’acquisto di immobili a destinazione residenziale oggetto di interventi di ristrutturazione edilizia o di restauro e di risanamento conservativo ceduti da imprese di ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie;
  • la costruzione di immobili a destinazione residenziale su aree edificabili già possedute dal cittadino prima dell’inizio dei lavori o sulle quali erano comunque già riconosciuti dei diritti edificatori e per le quali, prima del 12.11.2014, era stato rilasciato il titolo abilitativo edilizio.

L’immobile inoltre deve soddisfare precisi requisiti di prestazioni energetiche: deve rientrare, per l’esattezza nelle prestazioni energetiche certificate in classe A o B. Infine la casa non deve essere ubicata nelle zone omogenee classificate E, ossia in parti di territorio destinate ad usi agricoli.

Bonus del 20% sulla casa da affittare: a quali condizioni opera?

Il bonus del 20% vale, come detto, per l’acquisto o la costruzione delle unità immobiliari che si intendono concedere in locazione. Se questo è il presupposto fondamentale, vi sono, tuttavia, ulteriori condizioni da rispettare per godere dell’agevolazione. Vediamole.

  • La locazione deve avere inizio entro e non oltre sei mesi dall’acquisto della casa o dal termine dei lavori di costruzione.
  • La locazione deve avere una durata di almeno otto anni e tale periodo deve essere continuativo.

Non devono esserci rapporti di parentela entro il primo grado tra il locatore e il locatario. Quindi, ad esempio, non è possibile comprare la casa per poi affittarla ad una figlia o al proprio genitore. Ciò in quanto si vuole evitare che goda dell’agevolazione chi compri una casa per poi stipulare un contratto di locazione “finto” o “di comodo”.

Il canone di locazione, inoltre, non può essere liberamente stabilito dalle parti, poiché non potrà  superare quello definito in ambito locale per gli alloggi di edilizia convenzionata. Dovrà trattarsi, per intenderci, di un canone molto “calmierato” e  variabile a seconda della zona territoriale di riferimento.

Bonus del 20% sulla casa da affittare: come opera?

La deduzione va ripartita in 8 quote annuali di pari importo, è riconosciuta a decorrere dall’anno in cui è stipulato il contratto di locazione e non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali previste per le medesime spese.L’agevolazione, inoltre, è legata alla durata del contratto di locazione. Cosa succede, però, se il contratto di locazione si interrompe? Ebbene, se le interruzioni del periodo di locazione non sono dovute a motivi imputabili al locatore, e purché ogni interruzione sia inferiore ad un anno, non si decadrà dal diritto di usufruire del bonus.

 

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La colonna del diavolo

SantAmbrogio

La scorsa settimana vi abbiamo narrato la vicenda legata al killer di via Bagnera. Oggi vogliamo raccontarvi un’altra misteriosa leggenda che si nasconde nella nostra città.
Tutti conosciamo la meravigliosa Basilica di Sant’Ambrogio; essa infatti è una delle più antiche chiese presenti sul nostro territorio ed è considerata la seconda per importanza dopo il Duomo. Inoltre, è una delle rare cattedrali che presenta due campanili.
All’esterno della Chiesa quello che però salta all’occhio è una strana colonna in marmo di epoca romana.
Su di essa, infatti, si possono notare a distanza molto ravvicinata, a circa 25 cm l’uno dall’altro, due fori.

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La leggenda narra che il diavolo cercò di far vacillare la fede del nostro patrono Sant’Ambrogio cercando di tentarlo in ogni modo ma senza alcun risultato.
Il diavolo quindi, in preda alla rabbia cominciò a prendere a cornate la colonna praticando quei due fori tutt’ora presenti. Ancora oggi si dice che, accostandosi in prossimità dei buchi, si riesca a percepire l’odore di zolfo che essi emanano.
Questa non è l’unica versione esistente. Alcune persone narrano che fu proprio Sant’Ambrogio a colpire il diavolo facendolo andare a sbattere con le corna contro la colonna formando i due buchi.
Il demonio rimase incastrato nella colona fino al giorno seguente quando scomparve da essa tramite uno dei due fori dove giunse direttamente all’inferno.
Vi invitiamo, se passate da quelle parti, senza alcun timore, ad infilare le dita in quei fori ….. dicono che porti fortuna!!!!

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LA STRETTA BAGNERA

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In pieno centro storico di Milano si trova vicolo Bagnera con la sua storia noir.
La via è diventata tristemente famosa per aver ospitato in uno scantinato i cadaveri delle vittime del primo serial killer di Milano “Antonio Boggia intorno al 1850.

Antonio_BoggiaIl Boggia sapeva camuffare bene la sua pericolosità, si presentava come una brava persona timorata di Dio, affabile e gentile nei modi e conoscitore della lingua tedesca che gli consentì di lavorare come fuochista presso la sede del comando militare austriaco.
Egli aveva preso abitazione in un palazzo di via Nerino e, dopo averne conquistato la fiducia, uccise Ester Maria Perrocchio, la proprietaria, falsificando documenti con i quali risultava nominato amministratore dello stabile e nascose il cadavere nel suo scantinato in via Bagnera.
Il figlio della vittima impiegò un po’ di tempo a dimostrare la falsità dei documenti. Altre persone furono truffate e uccise. Quando finalmente andarono a perquisire lo scantinato, in seguito a denunce motivate da strani movimenti del Boggia, trovarono non uno, ma quattro cadaveri.
Il Boggia si finse pazzo, ma non riuscì a scampare all’impiccagione avvenuta l’8 aprile 1862; fu l’ultima eseguita fino alla seconda guerra mondiale.
Nonostante tutto il nostro killer è addirittura entrato a far parte dei modi di dire meneghini: “fa minga el bogia” indica chi è falsamente gentile per accattivarsi la fiducia delle vittime per poi truffarle.
Se avete voglia di andare a verificare se è vero che ancora oggi il Boggia aleggia per il vicolo in forma di ventate di aria gelida anche d’estate vi sarà sufficiente andare nel distretto delle 5 Vie ed inoltrarvici. Andateci a piedi, il vicolo è talmente stretto che perfino le utilitarie stentano a passarci.

 

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LE STRAVAGANTI ARCHITETTURE DI MILANO


3.villaggio_giornalisti


Milano, città frettolosa e capitale dell’economia e del business, ha sempre dato di sé un’immagine seriosa e fredda: come immaginarsi quindi che, muovendosi per la metropoli, ci si possa imbattere in cose strane e curiose?
Passeggiando alla Maggiolina, quartiere posto a nord di Milano, più esattamente nel Villaggio dei Giornalisti, tra le variegate architetture del quartiere si celano alcune casette dalla forma alquanto bizzarra, le case “igloo” o dette anche “zucca” progettate dell’ingegnere Mario Cavallè e realizzate nel 1946.


2 Case-igloo-della-Maggiolina-Milano-


Inizialmente vennero costruite 12 unità a forma di igloo e due a forma di fungo; proprio per questo motivo la via Lepanto venne soprannominata la strada degli Gnomi o strada delle case a fungo.
Purtroppo negli anni sessanta le case a fungo vennero demolite dal nipote dell’ingegnere che le aveva progettate, mentre le case igloo presenti ancora oggi risultano essere 8.
Queste case sono abitate, strutturate al loro interno in uno o più vani e tutte con un secondo livello che funge da cantina; sono circondate da un piccolo giardino che dà davvero l’impressione della dimora di una creatura dei boschi. Al di là di tutto, ci si chiede come i proprietari abbiano adattato la sistemazione dei mobili alle pareti ricurve.
E voi…… sapevate dell’esistenza di questo quartiere?
Non possiamo che ammettere che la nostra Milano si trova sempre in pole position anche quando si tratta di bizzarrie architettoniche!

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